Materiale per una riflessione sul significato del silenzio [Posted_13.10.2011]"Un silenzio totale ha in sè il presente , il passato e il futuro. Le vicessitudini della vita sono ostacoli necessari per giungere a quel silenzio, preparatevi a sostenerlo.
Sono ostacoli che creano vibrazioni di disturbo.
Riconoscere queste vibrazioni usarle e trascenderle è parte integrante del cammino verso quel silenzio.
Quel silenzio non si guadagna sfuggendo le vibrazioni di disturbo prodotte dalle vicessitudini della vita, ma riconoscendole, utilizzandole e superandole." Paolo Menghi"...Occorre però avere del silenzio un concetto vitale e non formale: Lo stormire degli alberi, il canto degli uccelli, lo scroscio dell'acqua non lo rompono. Neanche la musica lo rompe: lo rivela; perchè il silenzio è¨ come il bianco: non è un'assenza di colore: è la somma di tutti i colori, riassunti e unificati, quasi messi a tacere nella candidezza.
Così il silenzio contiene ogni possibile parola. ...
Il silenzio è offeso soltanto dal rumore."
Adriana Zarri"Sappiate che il Sacro è amico del silenzio. Se state zitti dentro di voi, imparerete ad ascoltare. Allora potrete parlare." P.Menghi
"Bisogna partire dal silenzio. La forma aiuta la crescita della sostanza, in quanto è proprio la dimensione formale che aiuta ad interiorizzare. Perciò per imparare cosa significa il silenzio, incominciate a tacere. Ciò creerà  una vibrazione particolare. Se si instaura questa vibrazione il luogo in cui essa si sviluppa diviene nutriente in se stesso. Il silenzio cura chiunque vi entri in contatto. La forma del silenzio aiuta a trovare il silenzio. Ma il silenzio non è una forma, è sostanza." P.Menghi
"La mia passata esperienza mi aveva portato a conoscere intimamente vari tipi e livelli di silenzio. C'è un silenzio interiore; c'è un silenzio che discende dall'esterno; un silenzio che ferma l'esistenza e un silenzio che inghiotte l'universo intero. C'è un silenzio del sè delle sue facoltà : volontà , pensiero, memoria, emozione. C'è un silenzio in cui non c'è nulla, un silenzio in cui c'è qualcosa; c'è infine il silenzio del non-sè e il silenzio di Dio. Se esistesse un sentiero su cui poter segnare le tappe della mia esperienza contemplativa questo sarebbe il sentiero sempre più vasto e profondo del silenzio."
Bernadette Roberts [L'esperienza del non-sè]"Grandi strade di silenzio portavano
lontano, alla volta di zone di pausa- vicine-
Qui non vi era segnale- nè dissenso
nè universo-nè legge-Gli orologi dicevano che era mattino
a distanza le campane sollecitavano la notte-
Qui tuttavia il tempo non aveva fondamento
perchè l'epoca si estingueva.
Emily Dickinson(1870)
Talento, carattere e vocazione"Uno alla volta con il procedere della vita, i pezzi si sistemano al loro posto secondo un disegno predeterminato."
di C.G. Jung "Sogni ricordi e riflessioni""Essere o non essere la mia vocazione: sempre e ogni volta questa è la domanda."
di James Hillman "La forza del carattere""La vita di ogni uomo è una via verso se stesso, il tentativo di una via, l'accenno di un sentiero. Nessun uomo è mai stato interamente lui stesso, eppure ognuno cerca di diventarlo, chi sordamente, chi luminosamente, secondo le possibilità . Ognuno reca con sè, sino alla fine, residui della propria nascita, umori e gusci d'uovo di un mondo primordiale."
di Hermann Hesse "Le stagioni della vita""...Per trovare il nostro genio (Daimon , carattere...) dobbiamo guardare nello specchio della nostra vita. L'immagine visibile rende manifesta la verità  interiore, sicchè, nel giudicare gli altri, quello che vediamo è ciò che ci verrà  restituito. Diventa perciò estremamente importante vedere generosamente, o ci ritroveremo con ben poca cosa, vedere acutamente, in modo da distinguere i vari tratti, anzichè una massa generalizzata; e vedere profondamente, dentro le ombre scure, o rimarremo ingannati."
di J.Hillman "Il codice dell'anima""La parola carattere deriva dal greco kharassein e vuol dire incidere tratteggiare, iscrivere, e da kharakter, che indica sia lo strumento che produce segni incisivi e affilati, sia i segni così prodotti, come le lettere di un sistema di scrittura.
<Carattere> rimanda alle qualità distintive di un individuo...
... l'idea che ciascuna persona sia portatrice di un unicità  che chiede di essere vissuta e che è già  presente prima di poter essere vissuta...
...Il leggere la vita a ritroso ci permette di vedere come certe ossessioni siano l'abbozzo di comportamenti attuali...
...leggere a ritroso significa che la parola chiave per le biografie non è tanto <crescita > quanto <forma>, e che lo sviluppo ha senso in quanto svela un aspetto dell'immagine originaria...
...Noi nasciamo con un carattere; che è dato; che è un dono, come nella fiaba, delle fate madrine al momento della nascita...
...Noi diventiamo tipici di ciò che siamo semplicemente durando nel tempo."
di James Hillman "La forza del carattere""... la vita mi ha fatto sempre pensare a una pianta che vive del suo rizoma: la sua vera vita è invisibile, nascosta nel rizoma...
...In ultima analisi, noi contiamo qualcosa solo in virtù dell'essenza che incarniamo, e se non la realizziamo, la vita è sprecata."
di C.G. Jung "Sogni ricordi e riflessioni"" ...prima di diventare una storia, ciascuna vita si offre alla vista come una sequela d'immagini. Chiede innanzitutto di essere guardata"
di James Hillman "Il Codice dell'anima""Diventare se stessi, o come dice Jung <individuarsi>, significa non arrocarsi nella propria identità  egoica ma aprirsi al sè, ossia a quell'altro da noi che è dentro di noi."
di Umberto Galimberti "Parole nomadi"
"Quando tutte le anime si erano scelte la vita, secondo che era loro toccato, si presentavano a Lachesi. A ciascuno ella dava come compagno il genio(daimon)che quella si era assunto,perchè le facesse da guardiano durante la vita e adempisse al destino da lei scelto. E il daimon guidava l'anima anzitutto da Cloto: sotto la sua mano e il volgere del suo fuso, il destino prescelto e ratificato. Dopo il contatto con Cloto, il daimon conduceva l'anima alla filatura di Atropo per rendere irreversibile la trama del suo destino: Di là , senza voltarsi, l'anima passava ai piedi del trono di Necessità "
da Platone, Repubblica X 620d-e"Non trovo nè nell'ambiente nè nell'ereditarietà  l'esatto strumento che mi ha formato, l'anonimo rullo che ha impresso sulla mia vita quella certa intricata filigrana il cui inimitabile motivo diventa visibile quando dietro il foglio protocollo della vita si accende la lampada dellìarte."
di Vladimir NaboKov, "Parla , ricordo""E' dunque questo che chiamano vocazione: la cosa che fai con gioia, come se avessi il fuoco nel cuore e il diavolo in corpo?"
di Josephine Baker
entrambe queste citazioni sono riprese dal libro "Il codice dell'Anima" di J. Hillman)
La bellezza, l'anima e l'amore"...L'anima potrebbe essere recuperata dai luoghi pieni di anima là  fuori, carichi di bellezza <data d Dio>, quasi che l'anima ci fosse data automaticamente, per osmosi, quando ce ne stiamo sotto un albero o quando ascoltiamo le onde sulla spiaggia. Una volta che si riconosca, invece,
che al bisogno di bellezza è necessario rispondere, ma che la natura fisica non è l'unico luogo dove può aversi questa risposta, allora riprenderemmo l'anima nelle nostre mani, rendendoci conto che ciò che avviene di lei non tanto è dato quanto piuttosto è fatto- fatto con il nostro lavorare con lei nel mondo reale, facendo in modo che il mondo reale rifletta il bisogno di bellezza che è proprio dell'anima...
...niente colpisce l'anima, niente le dà tanto entusiasmo, quanto i momenti di bellezza- nella natura in un volto, un canto, una rappresentazione, o un sogno. E sentiamo che questi momenti sono terapeutici nel senso più vero: ci rendono consapevoli dell'anima e ci portano a prenderci cura del suo valore. Siamo stati toccati dalla bellezza...
...La via verso la bellezza significa per l'io entrare in condizioni simili a quelle della bellezza.
La prima di queste condizioni è il <piacere> . Gorge Santayana.... definì la bellezza come< piacere oggettivato>. La bellezza diceva < è il piacere considerato come la qualità  di una cosa> Noi non vediamo la bellezza come tale; noi percepiamo la piacevolezza, il piacere, la gioia sensuale. Soggettivamente , il piacere è un esperienza psicologica, oggettivamente è ciò che chiamiamo bellezza...
....per noi questo significa che la via alla bellezza comincia nel piacere, aprendo il corpo dell'anima alla delizia...
...La seconda via indiretta deriva dal concetto familiare che la bellezza arresta il moto.....trattenete il respiro e restare immobili. Questa rapida inspirazione, questo piccolo fiato-hshshs, come fanno i giapponesi fra i denti quando vedono qualcosa di bello in un giardino-, questa reazione ahhh, è la risposta estetica, certa, inevitabile, oggettiva e ubiquitaria, come il trasalire nel dolore o il gemere nel piacere...
...inoltre questa rapida inspirazione è anche la vera radice della parola <estetica>, aisthesis in greco, che significa <percezione sensoriale>. Aisthesis risale agli omerici aiou e aisthou, che significano sia percepisco che resto senza fiato, mi sforzo di respirare e aisthomai, aisthanomai, inspiro...
...Le difese nei confronti della bellezza sono spesso difese nei confronti della paura del suo potere, e queste difese sono alcune che abbiamo visto: l'ironia e la parodia, il ricorso alla mente prima che ai sensi, il letteralismo sentimentale, la dolcezza, la levigatezza priva di complessità  , la superficialità  priva di profondità  ...
... Il volgersi verso e non ritrarsi è chiaramente una via verso la bellezza...
...quel restare senza fiato ......ha la sua origine nel torace......il luogo del chakra del cuore. Lì quegli improvvisi e inaspettati andare e venire dei sentimenti sono immaginati dalla fuggevole gazzella, che è intravista solo raramente, nei suoi movimenti rapidi e sorprendenti e nella sua congelata immobilità , quando se ne sta in osservazione in ascolto, con tutti i sensi acuiti...
...Se questo chakra non viene alla vita, se il cuore non si apre e la gazzella non si desta, noi rimaniamo sordi e ciechi, repressivi nonostante le migliori intenzioni, semplicemente perchè l'organo che percepisce la bellezza, che resta senza fiato nella risposta estetica non è stato risvegliato. La gazzella si nasconde nei fitti boschetti dell'anima o dorme nell'innocenza. Così....lasciate che il cuore si risvegli, che si risvegli il pensiero del cuore, così da catturare la gazzella...
...le arti sono invece il luogo dove il silenzio è favorito attraverso il leggere, lo scrivere, il tornire un vaso, l'esercitarsi al clarinetto, il fare esercizi alla sbarra."
di James Hillman "La politica della bellezza""...Solo quando non desideriamo niente, solo quando il nostro guardare diventa mera contemplazione, si schiude l'anima delle cose, la bellezza. ...
...Nel momento in cui si placa la volontà  e si instaura la contemplazione, il puro osservare e abbandonarsi, tutto cambia. L'uomo non è più utile o pericoloso, interessante o noioso, gentile o rozzo, forte o debole. Diventa natura, diventa bello e singolare come tutto ciò su cui si rivolge la contemplazione pura. Perchè la contemplazione non è ne studio, ne critica, è soltanto amore. E' la condizione della nostra anima più elevata e desiderabile: amore senza cupidigia..."
di Hermann Hesse "Le stagioni della vita""...ho ricostruito molto: e ricostruire significa collaborare con il tempo nel suo aspetto di <passato>, coglierne lo spirito o modificarlo, protenderlo, quasi, verso un lungo avvenire; significa scoprire sotto le pietre il segreto delle sorgenti...
...TRAHIT SUA QUEMQUE VOLUPTAS: ciascuno la sua china;ciascuno il suo fine, la sua ambizione se si vuole, il gusto più segreto, l'ideale più aperto. Il mio era racchiuso in questa parola. Il bello, di così ardua definizione a onta di tutte le evidenze dei sensi e della vista. Mi sentivo responsabile della bellezza del mondo. Volevo che le città  fossero splendide, piene di luce, irrigate d'acque limpide, popolate da esseri umani il cui corpo non fosse deturpato ne dal marchio delle miseria o della schiavitù,ne dal turgore di una ricchezza volgare...
...A questo ideale, in fin dei conti modesto, ci si avvicinerebbe abbastanza spesso se gli uomini vi applicassero una parte di quell'energia che van dissipando in opere stupide o feroci...."
Da "Memorie di Adriano" di Marguerite Yourcenar"Interroga la bellezza della terra, interroga la bellezza del mare, interroga la bellezza dell'aria diffusa e soffusa. Interroga la bellezza del cielo, interroga l'ordine delle stelle, interroga il sole, che col suo splendore rischiara il giorno; interroga la luna, che col suo chiarore modera le tenebre della notte. Interroga le fiere che si muovono nell'acqua, che camminano sulla terra, che volano nell'aria: anime che si nascondono, corpi che si mostrano; visibile che si fa guidare, invisibile che guida. Interrogali! Tutti ti risponderanno: Guardaci: siamo belli! La loro bellezza li fa conoscere. Questa bellezza mutevole... chi l'ha creata, se non la bellezza immutabile?
La ricerca anche al di là  dell'anima, di ciò che non muta"
di S. Agostino, "Discorsi"Platone affronta il mito dell'amore. Nel Simposio è detto che Eros (amore) è desiderio di qualche cosa che non ha, ma di cui ha bisogno (=l'amato), ed è quindi mancanza, desiderio di qualcosa. Eros è il mitico figlio di Penìa (povertà ) e di Poros (espediente o acquisto), dunque non è un dio ma un semidio, un demone. Egli non ha la bellezza ma la desidera, non ha la sapienza ma la cerca e quindi è per eccellenza filosofo (al contrario degli dèi che sono già sapienti e belli e beati). L'amore è perciò desiderio di bellezza, e la bellezza si desidera perché è il bene che rende felici. L'uomo, destinato a morire, tende a generare nella bellezza e quindi a "immortalarsi" attraverso la generazione, lasciando, dopo di sé, un figlio che gli somigli. La bellezza è dunque il fine dell'amore. Ma quale bellezza? Essa ha diversi gradi e ad essi l'uomo può procedere solo dopo un lungo cammino di riflessione. C'è dapprima la bellezza corporea, da cui l'uomo viene subito attirato. Ma sopra di essa, più importante, vi è la bellezza dell'anima. E, più importante ancora, vi è la bellezza delle leggi e delle istituzioni. Al di sopra ancora si trova la bellezza delle scienze e, infine, c'è la bellezza in sé, l'Idea di Bellezza, che è la fonte di ogni altro tipo di bellezza. Come può l'uomo giungere a contemplarla?
Un corpo dedito solo alle sollecitazioni più egoistiche. Orbene, nell'anima incarnata - quindi nell'uomo - il ricordo delle realtà ideali è risvegliato proprio dalla bellezza. L'uomo non può fare a meno di riconoscere la bellezza e, al suo richiamo, risponde con l'amore. L'amore è quindi la guida dell'anima (è psicagogo) verso il mondo dell'essere e della verità . L'eros, in altri termini, si trasforma nella ricerca filosofica che è, contemporaneamente, ricerca della verità ed unione delle anime nello sforzo comune di apprendere qual è la vera realtà . Ecco l'autentico significato di quello che viene tradizionalmente chiamato l’"amore platonico".
Dal discorso sull’anima
...Sarebbe insensato credere che la *bellezza* non sia una e la stessa in tutti i corpi. Convinto di ciò [l'/allievo/] deve diventare amoroso di tutti i bei corpi... Dopo di ciò giunga a considerare che la *bellezza* delle anime più preziosa di quella del corpo, per essere poi spinto a contemplare la *bellezza* nelle attività umane e nelle leggi. Ma dopo le attività umane, l'iniziatore lo deve condurre alle vane scienze perchè veda ancora la loro *bellezza* e, ormai fatto l'occhio a una *bellezza* così vasta, non sia più affezionato a un solo aspetto della *bellezza*, ma, rivolto a contemplare il vasto mare della *bellezza*, possa scorgere una scienza unica, che è la scienza della /*bellezza* eterna, che non nasce e non muore, non s'accresce ne diminuisce, che non è bella per un verso e brutta per l'altro, nè ora si e ora no; ne bella o brutta secondo certi rapporti; ne bella qui e brutta là , ne come se fosse bella per alcuni e brutta per altri: della *bellezza* come essa è per sè e con sè, eternamente univoca, mentre tutte le altre bellezze partecipano di lei in modo tale che, pur nascendo esse o perendo, quella non s'arricchisce nè scema, ma rimane intoccata... Questo è il momento della vita, o mai più altro, degno di vita per l'uomo, quando contempli la *bellezza* in sé. (Simposio 210b-211d)
Il presente e il passato“Non possiamo cambiare neppure una virgola del nostro passato, né cancellare i danni che ci furono inflitti nell’infanzia. Possiamo però cambiare noi stessi, <riparare i guasti>, riacquisire la nostra integrità perduta.
Possiamo fare questo nel momento in cui decidiamo di osservare più da vicino le conoscenze che riguardano gli eventi passati e che sono memorizzate nel nostro corpo, per accostarle alla nostra coscienza.â€
(da “Il dramma del bambino dotato e la ricerca del vero sé†di Alice Miller, pag.11)
“ La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.â€
G. G. Marquez "Vivere per raccontarla"
 “...Il mantello del passato è fatto con il tessuto delle emozioni della nostra vita e cucito con i fili enigmatici del tempo. In genere non possiamo fare altro che avvolgercelo attorno alle spalle per trarne conforto, o trascinarcelo dietro mentre ci sforziamo di proseguire il nostro cammino.
Ma tutto ha una causa e un senso. Ogni vita, ogni amore, ogni azione, ogni emozione e pensiero hanno una ragione e un significato. E a volte riusciamo a vederli. A volte vediamo il passato con tale chiarezza, e le parti che lo compongono ci appaiono con tale limpidezza che ogni cucitura del tempo rivela il suo scopo, il messaggio che contiene. Nella vita di ognuno di noi – poco importa che sia vissuta nell’abbondanza o nella miseria- nulla porta più conoscenza del fallimento, e più chiarezza del dolore. E nella minuscola, preziosa saggezza che otteniamo, quei nemici temuti e odiati- dolore e fallimento- hanno diritto e ragione di esistere.â€
Da SHANTARAM di Gregory David Roberts
 “... La mia salute ad esempio: all’inizio cose di poco conto, piccole apprensioni saltuarie per la digestione, la caduta dei capelli, un incurvamento della spina dorsale e così via, che poi aumentavano attraverso innumerevoli gradazioni per finire in una vera malattia. Poiché non ero sicuro di nulla e ad ogni istante avevo bisogno di una nuova conferma della mia esistenza, e poiché nulla era in mio possesso certo, assoluto, inequivocabilmente determinato da me solo- in verità mi sentivo un figlio diseredato- anche la realtà a me più vicina, il mio corpo, finì per diventare incerta; crebbi troppo in altezza, un’altezza che non mi serviva, il peso era eccessivo, le spalle si piegarono; quasi non osavo muovermi, non parliamo poi di fare ginnastica, e rimasi debole; tutte le funzioni corporee che ancora rispondevano, mi sembravano un miracolo, ad esempio la buona digestione; questo fu sufficiente per guastarla, la strada fu aperta alle più divise ipocondrie, fin quando, sotto lo sforzo sovrumano richiesto dai miei progetti matrimoniali (ne parlerò più avanti) finii per sputare sangue dai polmoni.
Da "lettera al padre" di F.Kafka
La paura, il panico “Panico. Apri la bocca. La apri tanto che le mandibole scricchiolano. Ordini ai polmoni di inspirare aria, adesso, ne hai bisogno adesso. Ma le vie respiratorie non rispondono: La bocca si chiude, le labbra si stringono inaridite: Dalla gola esce un rantolo soffocato. Le mani tremano e si contorcono: Come se si fosse aperta una crepa in una diga, un fiotto di sudore freddo ti inzuppa il corpo. Vorresti gridare. Lo faresti , se potessi. Ma per gridare devi respirare.
Panico.di Chalet Hosseini "Il cacciatore di aquiloni"
VivereIL PESCE NON INVENTA L'ACQUA
La scienza che insegna ad agire, cioè a scegliere invece che a reagire è la scienza del reale.
Vedere il nostro sentire è la premessa per assumere una parte attiva in questa magia. Direzionare consapevolmente il nostro sentire, direzionare il flusso che si genera da questo sentire e da questo vedere in connessione e in armonia con gli altro flussi di vita nei quali siamo immersi, sentendoci parte dell’unico flusso che unisce tutti gli universi, è la scienza del reale....
L’arte che insegnamo è quella di vivere consapevolmente la realtà e partecipare alla sua creazione. Il che significa sviluppare abbastanza energia e determinazione per andare oltre l’idea che ci siamo fati della realtà .
Il pesce che nuota nell’acqua è, senza saperlo, parte di una magia stupenda. Non inventa l’acqua per sentirsi pesce, ci nuota dentro. Sentire l’acqua, i flussi che la muovono, le correnti che la sospingono, le temperature che l’attraversano, i colori che la dipingono, i raggi di luce che la penetrano, le ombre che l’offuscano, le energie che la vivificano, i campi di forza che la animano, sentirsi parte dell’acqua attraversati nel corpo, nelle emozioni, nella mente e nello spirito da quelle stesse energie, questo sentire è esser parte della magia.
di Paolo Menghi "I figli dell'istante"